Prendiamoci cura della Terra

Il cielo di febbraio ci mostra dov’è il sole d’estate

Il cielo osservabile a Febbraio a una latitudine intermedia intorno alle h 22 orientati a sud. La linea in basso indica l’orizzonte, la gialla l’Eclittica e quella al centro l’Equatore celeste

Il Sole fino a metà febbraio è in Capricorno per poi passare in Acquario. Le giornate continuano ad allungarsi e nel cielo della notte, verso sud, possiamo ancora goderci Orione e le costellazioni estive. Al Solstizio del 21 giugno il Sole è collocato a metà tra Toro e Gemelli, per cui osservando queste costellazioni ci rendiamo conto di quanto è alto sull’orizzonte nelle calde giornate estive. Anche se dopo il Sostizio, dal latino Sol e sistere fermarsi, il Sole  ferma la sua ascesa sull’eclittica e comincia a scendere, le temperature continuano ad essere calde nel nostro emisfero per un altro paio di mesi e mezzo.

Orientati verso Sud di sera, vediamo da Ovest a Est i Pesci tramontare, poi l’Ariete, il Toro, i Gemelli, il Cancro e il Leone e la Vergine salire via via nella notte. Orione è ancora nel suo massimo splendore per tutta la notte. Nel corso della notte nuove costellazioni sorgono a Est, Bilancia, Scorpione, Ofiuco e il Sagittario fino alla costellazione dove si trova il Sole, che illuminando il giorno, le nasconde poi tutte.

I Gemelli, Castore e Polluce

La costellazione dei Gemelli è un quadrilatero di stelle a nord-est di Orione e a est del Toro;  il Sole vi transita dalla fine di giugno alla fine di luglio. In essa è stato scoperto Plutone nel 1930 e la cometa di Halley nel 1910. Intorno al 14 dicembre dalla zona di cielo di questa costellazione  arriva lo sciame meteorico delle Geminidi.

I Gemelli a est del Toro

La costellazione è caratterizzata da due stelle di prima magnitudine poste vicine: alfa e beta Geminorum. La prima, chiamata Castore, è composta da due stelle bianco-azzurre e da una nana rossa: poiché queste tre componenti sono tutte delle doppie, in realtà Castore è costituita da un sistema di ben sei stelle.

La seconda, Polluce, è una gigante gialla un po’ più luminosa di Castore: è uno dei casi in cui la più luminosa della costellazione non è alfa, ma le è rimasta la nomenclatura antica. I due piedi sono gamma, Alhena e mi. La costellazione dei Gemini ospita oggetti molto interessanti.

M35 e NGC2158

Anzitutto M35, un ammasso aperto situato presso il confine con il Toro, costituito da oltre un centinaio di stelle, sparse in una zona vasta quanto la Luna piena; è distante da noi 2200 a.l. E’ un ammasso giovane di 100 milioni di anni.

A sud-ovest un altro piccolo ammasso aperto, NGC 2158, molto più distante a 16.000 a.l., la cui età supera il miliardo di anni. Bello il contrasto tra i due ammassi dovuto alla loro diversa distanza.

NGC 2392

A est di delta troviamo NGC 2392, una nebulosa planetaria, resti della esplosione di una stella, che al telescopio appare come un disco azzurrognolo di magnitudine 8. Vista con i grandi telescopi questa nebulosa ha l’aspetto di un viso circondato da un cappuccio: per questo motivo è soprannominata Eskimo Nebula o Clown Nebula. E’ a 1400 a.l.

Mitologia

La costellazione rappresenta i gemelli Castore e Polluce, conosciuti anche come Dioscuri, cioè “figli di Zeus“. La tradizione vuole, però, che solo Polluce fosse di stirpe divina, mentre Castore era mortale, figlio di Tindaro re di Sparta: entrambi, comunque, erano figli di Leda, moglie di Tindaro e amante di Zeus che li concepì la stessa notte giacendo con entrambi i suoi uomini.

I due gemelli erano molto legati l’uno all’altro e si unirono alla spedizione degli Argonauti, fornendo grande aiuto in varie occasioni: Castore, infatti, era un abilissimo guerriero e domatore di cavalli, mentre Polluce era un pugile imbattibile. Apollonio Rodio, autore delle Argonautiche, racconta che i due gemelli salvarono la nave Argo durante una tempesta: per questa ragione essi in seguito diventarono i protettori dei marinai, i quali credevano di vederli durante le bufere sugli alberi delle navi sotto forma di bagliori luminosi (oggi identificato come Fuoco di Sant’Elmo).

Castore e Polluce al matrimonio dei due cugini anch’essi gemelli, Ida e Linceo, si innamorarono delle rispettive promesse spose ed entrarono in conflitto con loro.

Ida colpì Castore ferendolo a morte, mentre Polluce trafisse Linceo con la sua lancia: intervenne Zeus, che incenerì Ida con la sua folgore.  Polluce sopravvissuto chiese al padre di rendere immortale il fratello, ma non potendo avere questa grazia, ottenne di poter dividere la sua immortalità con il fratello: entrambi trascorrevano così un giorno nell’oltretomba e un giorno sull’Olimpo e furono posti da Zeus in cielo come costellazione.

Rappresentazione dei Gemelli, ribaltata, da Uranografia di Johannes Hevelius,1690

Crediti

Autore: Lucia Corbo. Docente di Scienze naturali ed esperta di didattica dell’Astronomia, ha collaborato con  varie riviste curando articoli, rubriche e  materiali multimediali. Per   il Miur ha curato il cd “Gli studenti fanno vedere le stelle” e con N. Scarpel il libro “Astronomia in rete”;  ha  promosso e coordinato  le prime edizioni delle Settimane dell’Astronomia per le scuole.   Ha tenuto molteplici corsi di aggiornamento sulla didattica delle Scienze e dell’Astronomia per insegnanti  e   corsi di Astronomia per studenti ed adulti, in presenza e on line.