Di giorno..il Sole “equo”…
Il Sole da Acquario passa, il 12 di marzo, nei Pesci. Dal Solstizio invernale di dicembre il Sole sta salendo sull’Eclittica e lo si vede percorrere nel cielo archi diurni sull’orizzonte sempre più alti e ampi, con le giornate che si allungano. All’Equinozio di Primavera, intorno al 20 marzo il Sole raggiunge il punto γ, all’intersezione tra Eclittica ed Equatore celeste; sorge precisamente a Est e tramonta a Ovest. Percorre un arco che coincide con l’Equatore celeste, proiezione in cielo dell’Equatore terrestre.
Equinozio viene dal latino Aequinoctium= aequus (uguale) nox (notte): in questo giorno i raggi del sole sono perpendicolari all’asse terrestre e il dì è uguale alla notte in ogni posto della terra, tranne ai Poli dove il Sole sta sull’orizzonte per tutto il giorno; all’Equatore il Sole a mezzogiorno è allo Zenit, nel punto più alto della volta celeste.
Nel cielo della sera vediamo costellazioni estive ed in particolare:
Leone
La costellazione del Leone si trova a sud dell’Orsa Maggiore, hanno entrambi la forma di trapezio e si trovano ribaltati l’uno rispetto all’altro. Sulla testa del Leone la criniera è formata da una falce di stelle.
Il Sole vi transita dalla metà di agosto alla metà di settembre. Ai tempi dei Babilonesi invece il Sole vi si trovava al Solstizio d’estate, da cui il termine “Solleone”.
Regolo, α Leonis, è un sistema binario di stelle, di cui una bianco-azzurra di mag.1,4 e l’altra gialla di mag.7 a 77 anni luce. Il nome di Regolo “piccolo re” , secondo Plinio gli fu assegnato perché gli astri erranti ogni tanto gli rendono omaggio; la su importanza è dovuta al fatto che Ipparco, nel 130 a.C., studiandone le posizioni rispetto a Spica della Vergine e confrontandola con le rispettive posizioni riscontrate dai Babilonesi intorno al 2000 a.C. scopri la Precessione degli equinozi, dovuta allo spostamento dell’asse terrestre.
Algieba (criniera), γ Leonis, è una doppia composta da due giganti arancioni di mag. 2 e 3,5 che ruotano l’una intorno all’altra con un periodo di circa 620 anni, a 126 a.l
Il Leone ha un gran numero di galassie che appartengono a uno stesso ammasso, a 38 milioni di a.l., non molto distante dal Gruppo locale di cui fa parte la nostra galassia, Via Lattea, Tutte, però, sono di difficile osservazione con piccoli strumenti.
Le più luminose, sotto Chertan, sono NGC 3628 in alto a E e sotto M65 a E con M66 a W, due galassie a spirale, tutte di mag.9 distanti 31 milioni a.l.
M65 a E e M66 ad WA metà circa sotto θ e α Leonis, c’è M105 , galassia ellittica che appare rotonda con una parte centrale più luminosa; essa forma un triangolo di galassie con a Est NGC 3384 sopra e NGC 3377 sotto;
più in basso a W ci sono M96, (a dx) una galassia spirale vista di fronte e M95, una galassia leggermente inclinata. Anche loro distano 31 milioni a.l.
Mitologia
La costellazione rappresenta il leone che viveva in una caverna presso la città di Nemea, vicino a Corinto. Era feroce e invulnerabile, infatti la sua pelle non poteva essere trafitta da nessuna arma. Nella sua prima fatica, Ercole lo affrontò e lo uccise soffocandolo con la forza delle sue braccia: quindi usò gli artigli della belva per staccargli la pelle, che usò poi per coprirsi.
Leone minore
E’ una costellazione assai debole, introdotta da Hevelius nel 1690; è compresa tra le zampe dell’Orsa Maggiore e la testa del Leone . Non contiene particolari oggetti visibili con piccoli telescopi . Curiosamente, non ha una stella Alpha, sebbene ci sia una stella Beta Leonis Minoris: ciò sembra sia dovuto ad una svista dell’astronomo inglese Francis Baily, che per errore lasciò senza lettera la stella più brillante. Tutte le altre stelle sono indicate solo coi numeri di Flamsted. Pare che Hevelius, avesse dato a questa stella il nome di Praecipua (“principale”, in latino), ma tale denominazione non ebbe fortuna.
Oggi la stella più luminosa del Leo Minor viene identificata con il numero di Flamsteed: 46 Leonis Minoris. Interessante è NGC 3344 una galassia spirale vista di fronte a 27 milioni a.l.
Mitologia
La costellazione venne individuata e disegnata da Johannes Hevelius, per cui non ha una storia nella mitologia classica.
Chioma di Berenice
La costellazione Chioma di Berenice è situata tra Arturo e il Leone formata da stelle deboli di cui la più brillante non è α , Diadema, di mag. 5 a 47 a.l. ma β, una stella doppia di mag. 4,3 con una compagna di mag.10. La maggior parte delle stelle è situata sotto γ e forma una associazione di stelle chiamato Melotte 111, riconoscibile con un binocolo. In essa è presente l’ammasso di circa 1000 galassie della Chioma distanti 40 milioni di a.l.
Mitologia
Nella mitologia è associata alla regina d’Egitto, Berenice, che sacrifica agli dei la sua bella e fluente chioma per ottenere la salvezza del marito Tolomeo III in guerra con il re di Siria . Gli dei la accontentano e la sua chioma in ricordo del suo sacrificio fu messa in cielo come costellazione.
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Le mappe del cielo sono tratte da Skymap, software scaricabile in versione demo dal sito http://www.skymap.com
Crediti
Autore: Lucia Corbo. Docente di Scienze naturali ed esperta di didattica dell’Astronomia, ha collaborato con varie riviste curando articoli, rubriche e materiali multimediali. Per il Miur ha curato il cd “Gli studenti fanno vedere le stelle” e con N. Scarpel il libro “Astronomia in rete”; ha promosso e coordinato le prime edizioni delle Settimane dell’Astronomia per le scuole. Ha tenuto molteplici corsi di aggiornamento sulla didattica delle Scienze e dell’Astronomia per insegnanti e corsi di Astronomia per studenti ed adulti, in presenza e on line.