Maggio! fra le siepi e le boscaglie, ai margini delle foreste di latifoglie, ai bordi delle strade di campagna in tutte le regioni d’Italia spiccano gli arbusti in fiore del Biancospino,
BIANCOSPINO COMUNE
Crataegus monogyna Jacq. – Fl. Austr. 3: 50 (1775)
Disegno di Rossella Faleni gentilmente concesso dall’autrice
È una pianta arbustiva che raggiunge spesso dimensione arboree ( 2-3 metri), con rami fitti e spinosi
Appartenente alla famiglia delle Rosacee, genere Crataegus, ha foglie decidue ovali con picciolo corto, lievemente seghettate, suddivise in 5-7 lobi.
La chioma allungata o spesso globosa, esplode in primavera (Aprile – Maggio) in una fioritura spettacolare. I fiori bianchi o rosati, riuniti in corimbi presentano una corolla di 5 petali recante al centro numerosi stami e un unico pistillo.
Dall’accrescimento del ricettacolo fiorale si originano i frutti,in realtà falsi frutti, rappresentati da infruttescenze di piccole drupe rosse, contenenti un solo seme giallastro, recanti all’apice una corona di piccole lacinie residuo del calice fiorale. Molto ricchi di vitamina C sono utilizzati in cucina per la preparazione di risotti, confetture e sciroppi.
I frutti rappresentano cibo per molti uccelli: passeracei, merli,tordi, cornacchie e per piccoli mammiferi i quali hanno un ruolo ecologico importante nella diffusione della pianta. La capacità germinativa dei semi, infatti, viene attivata dal passaggio nello stomaco degli animali che se ne sono nutriti.
Anche il legno del Biancospino di colore rossastro molto duro e di altissima qualità, è molto apprezzato per la sua lucentezza in ebanisteria e utilizzato per lavori al tornio. Produce inoltre un’ottima carbonella.
Il Biancospino è una pianta officinale largamente usata in passato dalla medicina popolare con proprietà sedative, ipotensive, vasodilatatrici, antidiarroiche.
Il principio attivo è contenuto nei fiori,nelle foglie, nei frutti e nella corteccia, che vengono utilizzati freschi o essiccati per infusi e tisane.
La presenza diffusa su tutto il territorio e le proprietà medicinali hanno fatto sì che la pianta entrasse nel linguaggio popolare con nomi diversi nei diversi luoghi.
Chiamato volgarmente Biancospino comune, Azaruolo selvatico, Spino bianco, Pruno spinoso, assume i seguenti nomi locali
Liguria: Spinasanta, Spin giancu, Mejette
Piemonte: Bosso bianch, Poterle, Corputella
Lombardia: Buslin, Spin bianch, Pà d’asen
Veneto: Marendola, Pan de mio, Spin d’ors
Friuli: Barazz blanch, Peruzzar
Emilia: Boch, Chegapoi, Maruga Bianca
Toscana: Pruno agazzino, Lazzerolo selvatico, Bagaja
Marche: Maggio, Cerasola
Umbria: Spino da siepi
Abruzzo: Spina pulce,
Campania: Spinazzo, Calavrice,
Basilicata: Cusciolino ,
Puglia: Scarapurcio, Calanice ,
Sicilia: Spina sarvaggia,
Sardegna: Calarighe, Corovigu, Travigu
Fonti:
PIGNATTI S., 1982. Flora d’Italia.Edagricole, Bologna.
COSSU C. ,2015 Piante spontanee commestibili e aromatiche nella tradizione sarda – conoscerle e usarle
ADAMOLI R. e RiGON D. 2003. Natura mediterranea – Flora elbana di Lacona – D.S.A. Capoliveri
BONI U. – PATRI G. 1979 . Le erbe – medicinali aromatiche cosmetiche – Fabbri editori
http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/
https://www.funghiitaliani.it/topic/46651-crataegus-monogyna-jacq/
Crediti
Autore: Maria Beatrice Lupi. Naturalista, esperta in formazione, progettazione per lo sviluppo sostenibile, metodologie partecipative e progettazione europea. Attualmente si occupa di divulgazione e di educazione alla sostenibilità.