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Primavera inoltrata nel Parco, gli iris selvatici e i ranuncoli tingono di giallo i fossi, macchie bianche e rosa di aglio selvatico colorano i bordi dei sentieri.
I prati verdissimi sono costellati di margheritine, qua e là spuntano ciuffi di giaggioli azzurri; tra le lame d’acqua si intravedono presenze.
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La tenuta di San Rossore, a Pisa, un tempo riserva reale di caccia e poi, con l’avvento della Repubblica, Tenuta Presidenziale ad esclusivo appannaggio del Presidente, fu donata alla Regione Toscana dal Presidente Sandro Pertini per farne Parco e renderla fruibile a tutti. Il Parco venne istituito con la Legge Regionale Toscana n. 61 del 13 dicembre 1979. Negli anni precedenti i daini, così come i cinghiali, erano stati quasi sterminati a causa delle grandi cacce che vi si svolgevano per lo svago prima del Re, poi dei presidenti che si sono succeduti.

Con l’avvento del Parco e la conseguente tutela di tutta la fauna selvatica, le popolazioni di daini e cinghiali sono aumentati tanto da dover intervenire con catture selettive periodiche e lo spostamento degli animali catturati per ripopolare altre zone.

Terminata la stagione ippica, nel Parco continuano le attività, i fantini portano a passeggiare i grandi purosangue nervosi, mentre gruppi di appassionati percorrono a piedi i sentieri di libera fruizione. Fervono le attività agricole e l’allevamento di bovini autoctoni, il famoso Mucco pisano, e di cavalli da tiro.
Stesi sull’erba nei pressi degli edifici della direzione e dell’antico ristorante, un gruppo di daini (Dama dama) si gode libero il sole e le temperature più miti, incurante delle attività umane che si svolgono intorno. Sono tutti maschi, la stagione degli amori è passata da un pezzo, hanno appena perso le grandi corna maestose ed ora stanno spuntando le nuove ricoperte di velluto.
Le femmine hanno partorito da poco e ancora rimangono nascoste nella macchia con i piccoli. È una primavera fredda e i nuovi nati hanno bisogno di cure e protezione.
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L’assoluta mancanza di disturbo e gli interventi di protezione hanno reso questi bellissimi animali molto confidenti, forse troppo, tanto da diventare elementi di attrazione per i fruitori del Parco; ci possiamo avvicinare fino a pochissimi metri senza che essi mostrino il minimo segnale di allarme, almeno finché i gridolini di gioia di qualche bambino che vorrebbe accarezzarli, non fanno loro alzare la coda per portarsi a distanza di sicurezza.
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L’emozione per questo incontro ravvicinato è palpabile, l’esperienza indimenticabile.
Anche i cinghiali (Sus scrofa) non scherzano! La sera, al crepuscolo, le famiglie, numerose, escono dalla macchia in cerca di cibo, non importa se ci sono ancora persone in attività o macchine rumorose. Non hanno alcun timore.
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Di notte il ristorante storico del Parco è aperto, negli spiazzi intorno brillano numerosi occhi, nell’ombra si intravedono daini maestosi sdraiati per riposare; un gruppo di cinghiali con prole al seguito si avvicina alla porta della cucina, una piccola volpe (Vulpes vulpes) va incontro agli avventori sperando timidamente in un po’ di cibo.
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Sarà troppa la confidenza?
Tutto questo è il Parco, è silenzio, sintonia con la natura, biodiversità, ma è anche possibilità di incontri straordinari con tutti i suoi abitanti….. animali come noi!
Crediti
Autore: Maria Beatrice Lupi. Naturalista, esperta in formazione, progettazione per lo sviluppo sostenibile, metodologie partecipative e progettazione europea. Attualmente si occupa di divulgazione e di educazione alla sostenibilità.