Prendiamoci cura della Terra

Imparare a convivere

Thomas Wazhashk si sfilò il thermos da sotto l’ascella e lo poggiò sul piano d’acciaio accanto alla borsa coperta di segni. La giacca da lavoro di tela finì sulla sedia, il contenitore del cibo sul freddo davanzale della finestra. Quando si tolse il berretto imbottito, dal paraorecchie cadde una mela selvatica. Un dono di sua figlia Fee. La agguantò al volo e la collocò in bella vista sulla scrivania. Poi timbrò il cartellino. Mezzanotte. Prese l’anello delle chiavi, una torcia aziendale e cominciò il giro del pianoterra.
In quel grande spazio silenzioso, sempre silenzioso, le donne della Turtle Mountain passavano le loro giornate chine nella luce cruda delle lampade da lavoro. Le donne incollavano microscopiche sezioni di rubino, di zaffiro, o del meno pregiato granato, su sottili mandrini verticali pronte per essere forate. I rubini erano destinati ad apparecchiature del Dipartimento della Difesa e agli orologi Bulova..
.”

Comincia così l’avvincente romanzo con cui Louise Erdrich parla di un periodo in cui i nativi americani hanno rischiato l’estinzione del loro popolo. Il 1° agosto 1953 il Congresso degli Stati Uniti annunciò la House Concurrent Resolution 108, una proposta di legge che avrebbe abrogato i trattati bilaterali con le nazioni dei nativi che sarebbero dovuti durare “finchè crescerà l’erba e scorreranno i fiumi”.
L’annuncio implicava l’estinzione ultima di tutte le tribù e l’estinzione immediata di cinque tribù, compresa la tribù dei Chippewa della Turtle Mountain di stanza nel Nord Dakota. Il guardiano notturno Patrick Gourneau, nonno dell’autrice e presidente tribale, lottò contro il provvedimento e vinse.
E’ Patrick Gourneau l’unico personaggio “vero” del romanzo che narra delle molte vite di una comunità capace di solidarietà, alla quale viene chiesto di “integrarsi” in una cultura soverchiante che autoassolve l’atteggiamento di sfruttamento degli esseri umani e degli ambienti che occupa senza ritegno.

Autore: Louise Erdrich | Traduttore: Andrea Buzzi
Editore: Feltrinelli, 2021 | Pagine: 432 p., Brossura | EAN: 9788807034763

Lo spaccato realistico e commovente con cui l’autrice narra le storie dei personaggi, tratteggiati con grande maestria, mostra un popolo dalla spiritualità profonda, legato alla natura in modo armonioso e indissolubile.

Il libro, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa 2021, evidenzia quanto l’incontro dei popoli che avrebbero dato origine agli Stati Uniti, abbia rappresentato un’occasione mancata per imparare a convivere rispettando culture e lingue, persone e luoghi, mancando di salvare i pensieri e i saperi che i popoli nativi avevano elaborato.

Secondo quanto afferma Luigi Luca Cavalli Sforza nel saggio “Geni, popoli e lingue”, la cui recensione è presente nei nostri Consigli di lettura e che vi invitiamo a rileggere, la perdita di lingue e culture va di pari passo con la perdita della biodiversità. https://www.earthgardeners.it/2017/12/12/leggimi-novembre-dicembre/

Pensiamo allora che questo volume, oltre che essere una piacevole e stimolante lettura, contenga molti spunti di riflessione in un momento in cui le guerre e la cattiva gestione delle risorse naturali stanno mettendo a repentaglio la stessa esistenza del genere umano.

Crediti

Autrici:

Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.

Maria Beatrice Lupi. Naturalista, esperta in formazione, progettazione per lo sviluppo sostenibile, metodologie partecipative e progettazione europea.  Attualmente si occupa di divulgazione e di educazione alla sostenibilità.