Tutti possediamo uno smartphone, è ormai divenuto quasi un prolungamento del nostro corpo. Impossibile non averlo: ci evita le file negli uffici, ci permette di comunicare con le istituzioni, ci aiuta a vedere i nostri cari lontani, ma…in qualche misura ne siamo divenuti ormai dipendenti. Averlo ci rassicura, ci conforta, ci diverte, ci fa comunicare. L’informazione è a portata di mano, la comunicazione è istantanea; non possiamo farne a meno, lo portiamo sempre con noi.
L’importante è essere connessi.
A fronte dei grandi vantaggi che ci offre, l’uso improprio di uno smartphone così istantaneamente collegato a Internet, può nascondere problemi e minacce.
Chiediamoci, a questo punto, quali sono i reali costi legati al suo uso, alla sua produzione e al suo smaltimento in termini di sostenibilità in tutte le sua coniugazioni.
Costi energetici
“Essere connessi” ha un grosso costo energetico; i grandi server che alimentano Internet consumano il 7% dell’energia elettrica globale che proviene principalmente da fonti fossili: Facebook ha consumato in un anno 532 milioni KWh; spedire una 1 email da 1 MB produce 19 g di CO2.
Nel mondo 5,9 miliardi di persone hanno accesso alla telefonia cellulare e il trend è in crescita: nel 2021 sono stati venduti 1,39 miliardi di smartphone in tutto il mondo, rispetto agli 1,29 miliardi di unità del 2020, con una crescita complessiva del +4%.
In Italia il 97,3% di chi ha una connessione Internet possiede uno smartphone. Secondo il Global Digital Report del febbraio 2022 pubblicato dall’Agenzia We Are Social, in Italia i cellulari sono 78 milioni e 220mila, che rapportati a una popolazione di 58.983.000 persone residenti in Italia al 1 gennaio 2022 (dati Istat) danno1,3 telefoni mobili a testa.
Costi in materie prime
Non tutti sanno di quali materiali è fatto uno smartphone e che ogni dispositivo racchiude un vero e proprio tesoro. Studi E-waste Lab di Remedia, in collaborazione con il Politecnico di Milano, hanno accertato che uno Smarthphone contiene:
- 9 g di Rame
- 11 g di Ferro
- 250 mg di Argento
- 24 mg di Oro
- 9 mg di Palladio
- 65 g di plastica
- 1 g di terre rare (Praseodimio, Neodimio,Cerio, Lantanio, Samario, Terbio, Disprosio)
- minuscole quantità di Cadmio, Cobalto,Rutenio
E poi c’è la batteria a ioni di litio, che contiene:
- 3,5 g di Cobalto
- 1 g di terre rare (Neodimio, Europio, Cerio e Terbio)
I conduttori e i micro condensatori contengono invece il Tantalio, ricavato dal Coltan.
Le terre rare (REE) sono metalli superconduttori indispensabili in tutte le tecnologie di consumo, industriali, militari che saranno indispensabili nella prossima conversione energetica green.
Perché terre rare? In natura non si trovano in purezza, ma legati a circa 200 tipi di minerali diversi (alogenuri, carbonati, ossidi, fosfati e silicati) in quantità compresa tra 0,5 e 60 parti per milione. L’estrazione è esigua e sono pochi i siti minerari.
L’impatto ambientale estrattivo è importante: la separazione richiede molta acqua, energia e trattamenti con sostanze chimiche che producono anche rifiuti radioattivi (Torio e Uranio).
Grandi le problematiche di tipo geopolitico: la Cina possiede la maggior parte dei siti minerari e gli impianti di estrazione.
Per tutti i dispositivi elettronici è indispensabile il Coltan perché ottimizza il consumo di energia nei chip di nuova generazione. Il Coltan è una miscela complessa di columbite [(Fe, Mn)Nb2O6] e tantalite [(Fe,Mn)Ta2O6], due minerali della classe degli ossidi che molto raramente si trovano puri in natura. Da qui il nome Col+tan.
È estremamente raro in natura e quindi estremamente prezioso; è una risorsa strategica per lo sviluppo di nuove tecnologie,.
L‘80% delle riserve mondiali di Coltan si trovano in Africa e l’80% di queste sono in Congo.
Il Coltan congolese ad alta concentrazione di tantalite è il più pregiato del Pianeta ed è quindi estremamente importante dal punto di vista geopolitico
Costi umani
Il Coltan viene estratto a mani nude prevalentemente da bambini “schiavi”, in miniere a cielo aperto controllate da milizie armate.
Molti di loro muoiono di fatica e di diverse malattie causate proprio dal contatto con il Coltan. Un Rapporto di Medici Senza Frontiere riporta le seguenti patologie:
- compromissione di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute;
- riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell’apparato digerente;
- aumento dei rischi di cancro;
- difetti genetici nella prole;
- malattie dell’apparato linfatico.
Costi ambientali
Nel 2021 nel mondo sono stati prodotti 57,4 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici. Una quantità pazzesca che ogni anno finisce in discarica, raramente negli ecocentri predisposti per il corretto smaltimento di rifiuti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Infatti di tutti i rifiuti elettronici solo il17,4% viene adeguatamente trattato e riciclato.
Se correttamente smaltiti, da un telefono si possono recuperare oltre il 96% dei suoi materiali.
Dal riciclo di un milione di telefonini si ottengono 24 kg di oro massiccio, 16 chili di rame, 350 di argento e 14 di palladio.
Solo le terre rare hanno un tasso di riciclo dell’1%, per la mancanza di impianti adeguati per la raccolta e il recupero.
L’Italia dismette ogni anno circa 1,05 telefoni mobili procapite. Con una percentuale del 32,1%, sono oltre 365mila le tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) avviate a corretto smaltimento. Il trend è fortunatamente in aumento: nel 2020, ad esempio, vi è stato un incremento del 6,35% rispetto al 2019.
L’adeguato riciclo di un telefono cellulare, inoltre, evita l’emissione di 0,211 kg di CO2 e determina un risparmio di energia di 1 kWh.
Ogni tonnellata di RAEE riciclata evita l’emissione di circa due tonnellate di CO2.
Chiediamoci ora se è proprio necessario avere sempre l’ultimo modello di smartphone!
Crediti:
Autore: Maria Beatrice Lupi. Naturalista, esperta in formazione, progettazione per lo sviluppo sostenibile, metodologie partecipative e progettazione europea. Attualmente si occupa di divulgazione e di educazione alla sostenibilità.