Non abbiamo fatto nulla per mitigare il riscaldamento climatico. Fra attese, rinvii e altre scuse, le conferenze sul clima sono fallite una dopo l’altra. Nel corso dei secoli, i mari si sono alzati di 65 metri.
Il giro del mondo nell’Antropocene racconta il giro del mondo intrapreso per scommessa dal protagonista Ian Fogg nel 2872, mille anni dopo quello realizzato da Phileas Fogg, aristocratico inglese protagonista del romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni ambientato nel 1872. Phileas, insieme al suo aiutante francese Jean Passepartout, tenta di circumnavigare il globo in 80 giorni, per vincere la scommessa di 20.000 sterline stipulata con gli altri soci del Reform Club.
Se Phileas Fogg per il suo giro utilizzò ogni mezzo di trasporto, Ian Fogg, invece, utilizza solo un aereo superleggero a idrogeno per un “giro del mondo” che ci proietta nell’Antropocene del futuro rileggendo il nostro passato ed evidenziando la dimensione planetaria dei problemi causati dagli esseri umani a partire dalle situazioni locali.
E’ un tour mozzafiato: in 8 giorni ripercorre idealmente il viaggio compiuto dall’umanità partendo dall’Africa per giungere in una Antartide nuova “arca” di Noè, ultimo continente in grado di offrire condizioni per la sopravvienza dell’umanità. Il confronto tra il lontano passato e un ipotetico, non auspicabile, ma non lontano futuro sarà occasione per scoprire insieme le radici storiche profonde dell’Antropocene. A scommettere e a farci da guida è uno scienziato che vuole battere sul tempo una stramba crociera di terrapiattisti.
Il secondo giro del mondo è un viaggio “fantageografico” attraverso le mappe che Francesco Ferrarese ha immaginato a partire dall’ipotesi scientifica di un innalzamento di 65 metri di quota di mari e oceani generato dalla totale fusione delle calotte glaciali.
Il terzo giro del mondo ci fa attraversare luoghi e temi cruciali del mondo attuale pressoché sconosciuti, ma scelti da Mauro Varotto per il loro ruolo “euristico”, rivelatore delle contraddizioni dell’Antropocene.
Il libro, per questo, alterna tre linguaggi e livelli di lettura che dialogano tra loro: la dimensione narrativa del viaggio immaginario, la dimensione scientifica della geografia fisica e umana del mondo nell’Antropocene, il linguaggio cartografico, con tutta la sua carica di visualizzazione intuitiva.
Crediti
Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.