Prendiamoci cura della Terra

I ritmi del mare: le maree

Terzo ed ultimo appuntamento con i movimenti delle acque salate, che occupano gran parte del Pianeta che ci ospita con tanta pazienza.
Nel primo abbiamo approfondito il “funzionamento” delle onde (https://www.earthgardeners.it/2023/07/27/i-ritmi-del-mare-le-onde/); nel secondo ci siamo interessati delle correnti (https://www.earthgardeners.it/2023/07/27/i-ritmi-del-mare-le-onde/); in questo ci occuperemo delle maree, il fenomeno che interessa contemporaneamente tutta la Terra. Contemporaneamente perché mentre ci sono luoghi in cui la marea è alta in altri è bassa e viceversa. Cerchiamo di capire perché.

I movimenti di marea sono la risultante dell’azione delle forze gravitazionali della Luna e del Sole sulle acque dei mari e degli oceani del nostro Pianeta.
A seconda della posizione che il Sole e la Luna assumono rispetto alla Terra, le maree possono essere più o meno accentuate. Nel caso in cui i due corpi celesti siano allineati con la Terra, le loro forze si sommano e la marea risulterà più ampia (maree sizigiali o vive). Se i due astri si trovano disposti ad angolo retto, la marea sarà meno ampia perché le loro forze “tireranno” le masse d’acqua in direzioni diverse: la marea sarà di quadratura o stanca. Durante gli equinozi di primavera (21 marzo) e di autunno (23 settembre), quando il giorno e la notte hanno la stessa durata, le maree sono molto evidenti.

L’escursione delle maree è molto varia; le coste del Mediterraneo non mostrano grandi dislivelli, le maree hanno una media di 40-50 cm, con una punta massima di 150 cm nel golfo di Trieste. Lungo le coste oceaniche possono diventare invece molto importanti: nella baia di Fundy, in Canada, la differenza può raggiungere i 19 m!
A seconda della ripidità della costa, la bassa marea può lasciare scoperti territori più o meno estesi.
Mont Saint Michel, comune della Normandia, sorge su un’isola tidale, ossia un’isola unita alla terraferma da una lingua di sabbia che emerge e scompare a seconda delle maree: quando l’oceano Atlantico si ritira in bassa marea, lascia ai suoi abitanti la possibilità di raggiungere il continente a piedi.

Mont Saint Michel. E’ evidente la lingua di sabbia che in bassa marea collega l’isola tidale alla terraferma. Foto da Wikipedia.

L’isola di Mozia, che si trova nella laguna delle saline dello Stagnone di Marsala (TP), è un’antica colonia fenicia collegata alla terraferma da una strada sommersa, lunga circa 1.700 metri e larga 7, realizzata intorno alla metà del VI secolo a.C., che originariamente veniva utilizzata da carri trainati da cavalli. Nonostante l’innalzamento delle acque che si è determinato dal momento della sua costruzione ad oggi, durante la bassa marea sizigiale è possibile, con qualche cautela, raggiungere l’isola a piedi, seguendo l’antica strada punica. E’ decisamente emozionante: si ha la sensazione di camminare sulle acque!

Turisti percorrono, durante la bassa marea, la strada punica sommersa che collega Mozia alla Sicilia. Foto da Sicily Hiking.

L’andirivieni della marea determina un ecosistema peculiare definito zona intertidale o Piano mesolitorale.
Gli organismi che vivono nella zona intertidale presentano, in varia misura, peculiari adattamenti che permettono loro di evitare il disseccamento nelle ore in cui restano emersi e hanno sviluppato una grande adattabilità ai repentini cambiamenti di temperatura e salinità che caratterizzano questo habitat. Questo ecosistema che collega la terra e l’acqua salata è abitato principalmente da specie animali: balani, chitoni, piccoli gasteropodi, isopodi, patelle e mitili; poche le specie vegetali che vi si sono adattate.

Zona intertidale rocciosa in un momento di sommersione. I Denti di cane (Chthamalus sp.) hanno sviluppato adattamenti che permettono loro di restare emersi anche per alcuni giorni. Foto da intotheblue.it

I loro orologi biologici sono regolati, oltre che dall’alternarsi del giorno e della notte, anche dall’avvicendarsi dell’alta e della bassa marea. Questi adattamenti sono tipici degli organismi sessili: le attinie, per esempio, aprono i loro tentacoli durante l’alta marea e li ritraggono appena l’onda di marea si ritira. Esperimenti condotti su granchi violinisti e due diverse specie di diatomee, che vivono sulle coste sabbiose nordamericane, hanno provato che l’attività di queste specie, regolata sui ritmi circalunadiani (cioè regolati sul giorno lunare) è genetica, perché permane anche in laboratorio e in individui che non hanno mai avuto esperienza diretta con le maree.

Piovanelli tridattili (Calidris alba) approfittano della bassa marea per nutrirsi. Foto da Ponzaracconta.it.

La presenza di molluschi, vermi e crostacei è invitante anche per molti uccelli marini (gabbiani, limicoli, beccacce di mare), facili da incontrare soprattutto durante la bassa marea e dopo le mareggiate, mentre rovistano sotto la sabbia e fra i detriti in cerca di cibo.
Nella baia dell’Aiguillon, sulla costa atlantica della Francia, la costa sabbiosa ha una pendenza molto lieve e la bassa marea lascia scoperti amplissimi tratti di spiaggia, che attirano diverse migliaia di uccelli svernanti. E’ singolare notare la loro disposizione: ogni specie forma una sorta di “striscia” parallela alla linea di costa, a seconda della lunghezza del becco e delle zampe. Guardando dalla spiaggia vedremo così, in sequenza, prima i fratini e i corrieri, poi le pivieresse, i piovanelli, le beccacce, i chiurli e così via. Tutti intenti a gustare molluschi e crostacei freschi di giornata!

Crediti
Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.